
Ci sono fumetti che hanno una forza ed un espressività così intense da poter tranquillamente essere annoverarti tra i capolavori della letteratura mondiale. L’eternauta è uno di questi.
Mi è capitato di rileggerlo recentemente, nell’edizione di repubblica, ed ancora una volta mi ha portato con sè. L’eternauta è:
un grande fumetto di avventura e di azione che appartiene da tempo al canone ristretto dei migliori fumetti di fantascienza
La storia inizia con lo sceneggiatore del fumetto Hector G. Oesterheld che, intento nello studio di casa sua a lavorare, si vede comparire davanti l’eternauta, il vagabondo dei secoli, che inizia a raccontargli
la sua storia: di come nel suo tempo (a cui sta cercando di ritornare) un giorno sia iniziata una nevicata fluorescente e velenosa, di come gli alieni abbiano iniziato a cercare di asservire l’umanità ai loro voleri, di come lui sia riuscito a fuggire utilizzando una delle navi spaziali di questi misteriosi (ed alla fine infelici) esseri con le mani dotate di un numero imprecisato di dita.
Il racconto scorre intenso e serrato: con il disegno di Francisco Solano Lopez caratterizzato da una fortissima contrapposizione del bianco e del nero, che dona ad ogni vignetta un aura di drammaticità e tensione; con la ricca sceneggiatura di Oesterheld che, anche attraverso un uso molto importante delle didascalie, ci traghetta nelle paure e nelle speranze dei protagonisti.
Ma molti, nell’eternauta, non vedono solo un fumetto di fantascienza. Vedono un analisi di quello che sta maturando nell’argentina di quegli anni (in argentina è uscito per la prima volta tra il 1957 ed il 1959); è percepito quasi come una “preveggenza” del regime militare che, da lì a qualche anno, sarebbe arrivato causando la sparizione di circa 30000 persone; e tra queste Hector G. Oesterheld, rapito il 3 giugno 1977 dai squadroni della morte e di cui da allora non si è più saputo nulla.
Mettono i brividi, poi, alcune ambientazioni. Come quella dello stadio di Buenos Aires. Quante volte, nei recenti conflitti, abbiamo visto gli stadi trasformarsi in campo profughi, campo di concentramento o cimitero?
Insomma: l’eternauta è sicuramente uno dei più bei fumetti che abbia mai letto; una di quelle opere che, negli anni, continuerò a rileggere per riassaporare le emozioni che, ad ogni lettura, un capolavoro è capace di donarti.
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