Da REPARTO N°6
come la deportazione dei matti da una struttura all’altra senza preavviso né progetti che non siano legati alla la gestione dei posti letto
come le notti fatte una dopo l’altra in strutture assistenziali per una manciata scarsa di €uro l’ora da donne per lo più extracomunitarie (e capita ci scappi il morto…)
come i corsi di formazione alla polizia organizzati dal dipartimento di salute mentale dopo che agenti hanno causato la morte di un matto
come ragazzi di 35 anni in casa di riposo
come le persone che barcollano, sudano freddo, dormono giorni per la sedazione democraticamente elargita in diagnosi e cura e centri di salute mentale
come le “cadute dalle scale”, le porte “non sempre” aperte…,
come le cliniche private, i ricoveri, le case di riposo, le comunità “terapeutiche”
come l’abbandono di utenti e operatori
come il “territorio”
come la disperazione dei familiari
come i pregiudizi, la discriminazione, la criminalizzazione, l’infantizzazione e il disprezzo per i matti
come le “contraddizioni aperte”
come i budget di salute e i progetti educativi
come la sperequazione sociale ed economica tra operatori dei servizi e tra utenti e operatori
(non sempre in favore di questi ultimi)come la distanza tra enunciati/leggi e pratiche
come gli appalti e le esternalizzazioni
come i suicidi e gli omicidi negli OPG, nei centri di salute mentale e nei gruppi appartamento
come i diritti in più o in meno (ma mai gli stessi) dati ai matti
come il trattamento sanitario obbligatorio, la tutela legale, il manicomio criminale, l’ “incapacità di intendere e di volere”
come gli psichiatri, gli infermieri, gli assistenti sociali, gli psicologi, gli psicoterapeuti, le guardie, gli educatori, gli animatori, i volontari…
come il mucchio dei vestiti (dove c’è… e c’è…)
come i water senza tavoletta, la mancanza cronica di carta igienica e detersivi, le luci al neon…
come la verità che è rivoluzionaria ma non c’è mai
come gli psichiatri democratici in politica che in qualunque partito militino sostengono sempre e comunque istituzioni totali, discriminazione e repressione
come l’HACCP che rende le cucine delle comunità asettiche, fredde e senza matti
come la certificazione di qualità e la burocrazia
come le leggi sulla sicurezza sul lavoro che non tutelano i lavoratori ma rendono impermeabili
le comunità al mondo circostantecome la ristrutturazione e la riqualificazione dei padiglioni del manicomio e il conseguente sgombero dei matti in favore di impiegati, studenti, ambulatori, convegni…
come la sanità aziendale
come le società, le cooperative, le associazioni – spesso fondate da psichiatri – che si spartiscono le esternalizzazioni dell’assistenza psichiatrica
come la vacuità delle borse lavoro
come i tagli ai servizi
come le spese di promozione, di turismo psichiatrico e per i convegni
come i tanti roseti e i pochi centri diurni
come le prescrizioni (spesso approssimative) di iniezioni, psicofarmaci, metadone
come le diagnosi, le statistiche, le relazioni “scientifiche”, le cartelle cliniche
come i rientri dagli OPG con progetti fasulli che puntano più ai denari del ministero di grazia e giustizia che ai diritti degli utenti
come le riunioni di servizio
come le ore non pagate
come le relazioni (talora sordide), gli agganci, i favori, le complicità…
come i rapporti, le influenze e le responsabilità di politici e gruppi di potere o interesse nella sanità
come …
la libertà è terapeutica come la mia rabbia, indignazione e impotenza
la libertà sarebbe terapeutica ma non c’è… e in ogni caso non c’è nulla da curare… negli “utenti” perlomeno…
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