Viviamo nell’era del proibizionismo e della più assoluta ignoranza sul tema della droghe.
Il padre del proibizionismo moderno è un tale Harry Anslinger che, appoggiato dal governo degli stati uniti del dopo-crisi del ’29 e del fallimentare esperimento del proibizionismo degli alcoolici, si scaglia in maniera invereconda contro l’uso della marijuana.
Viene creata a questo scopo una campagna di disinformazione capillare e durissima, anche con spot aberranti come questo:
Vengono poi adottati a partire dal 1937 con il marijuana tax act, una serie di provvedimenti atti a vietare qualsiasi uso della cannabis, oltre a quello ludico. Con gli anni questa non-cultura si diffonde nel mondo e così pure in Italia, dove la coltivazione della canapa era una tradizione consolidata ed occupava una parte non indifferente dell’economia agricola italiana.
Oggi questa non cultura e questa ipocrisia continuano a reggere, il consumatore è perseguitato dalla legge e la mafia sguazza allegramente in questo brodo di ignoranza. Ed i politici? Bhe…che si droghino è cosa oramai consolidata. Ma il proibizionismo, evidentemente, gli fa comodo e, mentre a destra la posizione sul tema droghe è chiara, a sinistra semplicemente non se ne parla o, quando lo si fa, si tratta il tema con una superficialità allarmante.
Chissà se vedremo mai un paese dove tra i cartelli elettorali spunteranno manifesti tipo questo:
😛
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