‘dio Raphael

Ci sono delle persone che passano nelle nostre vite come una brezza di mare. Ti sfiorano la pelle e ti danno una sensazione di piacevole refrigerio. Persone che, così come la brezza, arrivano senza avvertire e se ne vanno comunque troppo presto, lasciandoti cuocere al sole della vita.

Raphael, per me, era una di queste. Compariva nella mia vita e tutto, per un attimo, sembrava più leggero. Raphael il marinaio, l’avventuriero, il rubacuori. Raphael che aveva un rapporto speciale con gli animali ed una pazienza infinita con mia madre 😛

Raphael

Conosciuto grazie ad una storia che ebbe con mia sorella, Raphael comparve a Trieste, ospite di mia madre, un paio di anni fa.

Francese, un bel ragazzo, conosceva 5 lingue (più il triestino, imparato suo malgrado da mia madre) e viveva tra le antille e l’europa, campando il più possibile senza lavorare; e solo quando il portafoglio chiedeva pietà, a fatica, si prodigava di rispolverare il suo mestiere di skipper scarrozzando i ricconi che popolano le spiagge bianche e sognanti delle isole centro-americane, su barche a vela che i comuni mortali immaginano solo nei sogni più nascosti.

A volte, poi, si spostava in europa per lavorare in qualche marina, al soldo dell’ennesimo miliardario. Così, ogni tanto, capitava a trieste.

Ricorderò sempre i momenti trascorsi insieme, in osmiza, nelle feste in riva al mare; ricorderò le sue storie di orche e balene, di naufragi e traversate oceaniche, di squali e aragoste pescate a mani nude. Negli occhi gli vedevi quella luce calma di chi sta seguendo una strada fatta d’acqua, una strada sovrastata da un cielo di stelle infinite e luminosissime, che basterebbe allungare una mano per raccogliere.

Ma Raphael, ora, se ne è andato. Investito da un motoscafo in gennaio è morto quasi sul colpo. E’ stata la prima notizia infausta di questo 2008. Ricordo la telefonata di mia madre, in lacrime, che mi chiedeva il perchè. Ricordo al telefono la voce rotta dal pianto di mia sorella. Ed io che riesco solo a balbettare qualcosa di insignificante e tremendamente banale. Stupore, amarezza, tristezza ed ancora una volta la consapevolezza di quanto la vita possa essere terribilmente spietata e mostruosamente ingiusta.

La madre di Raphael ha voluto fare due funerali: uno in Francia, dove il corpo è stato cremato, ed uno in italia, dove le sue ceneri sono state sparse in mare. A quest’ultimo ho partecipato, scorgendo per un attimo le persone che sono state importanti per Raphael e che gli hanno voluto bene ed amato, sfiorando quella sfera della vita che per lui, come per ogni uomo, è fondamentale.

E nel mare, quello che è stato Raphael, pian piano si è disciolto. E mentre lui se ne andava era palpabile la sensazione che con lui, se ne stesse andando una parte dei presenti.

Ma tanto di lui rimarrà dentro chiunque l’abbia conosciuto, e il suo ricordo sarà un gioiello che brillerà anche nei momenti più bui. Il ricordo di una persona che dava tanto, anche solo con la sua presenza, con il suo sorriso.

‘dio Raphael

‘dio in triestino non è solo “addio” è anche e soprattutto arrivederci. Mi piace ricordarti davanti ad un buon bicchiere di vino rosso a raccontare storie che sembravano tratte da un romanzo di Verne. Mi piace immaginarti, ora, a solcare il cielo con la tua barca a vela, con lo sguardo sognante rivolto all’infinito. Mi piace pensare che, dovunque tu sia, ci sarà un porto, un faro una baia, dove fermarti a riflettere sull’immensità del mare.

Mi mancherai.

2 Risposte to “‘dio Raphael”


  1. 1 serena giugno 23, 2008 alle 7:31 am

    Quante cose avrei da dire…si, Raphael era tutto questo e molto di più…io lo conoscevo un pò di più, credo solo un pò di più di altri…era meraviglioso proprio perchè era questo vagabondo irraggiungibile, e in ogni suo viaggio lasciava dietro, a chi lo incontrava, sogni ed emozioni…Non sto qui a scrivere il rapporto che c’era tra noi, alquanto labile e leggero, soprattutto quest’ultimo anno, ma l’uomo in sè, o meglio, il ragazzo cresciuto assaporando le brezze oceaniche, i venti dispettosi, e esplorando i posti più remoti…vedere lui, è vero, era come inoltrarsi nella lettura di un libro di avventura marinaresche…per lui ho viaggiato un pò, ho cercato di capire la sua vita, il suo mondo…in realtà, non sempre ci sono riuscita…e ancora ora, avrei avuto così tante domande da fargli…tanti dubbi, tante storie e mezze verità da chiarire…lo aspettavamo a Trieste, a febbraio, noi provincialotti triestini…e invece,lui se ne è andato come è vissuto, circondato da un alone di mistero e aspettativa…ma prima o poi, dovrai rispondere alle nostre domande…Mi manchi, ci manchi, Vagabondo… T.v.b, Serena.

  2. 2 Marzia luglio 3, 2008 alle 1:05 PM

    Ciao Principe del Mare, ho deciso anche io di scriverti qualcosa. Anche se non è facile, te lo devo…non è facile perchè dentro di me c’è ancora tanto dolore, delusione e rabbia per la tua scomparsa.Mai avrei pensato che le cose andassero così…sapevo e volevo con tutte le mie forze che tra di noi rimanesse solo una grande amicizia: ti ricordi quanto ho lottato per non cedere al tuo fascino?L’estate 2007 è stata il periodo più bello della mia vita ma anche il più combattuto, perchè, lasciatelo dire, anche se ti eri insinuato nella mia vita con tanta dolcezza, non ho mai avuto fiducia in te.Ma poi ti accettavo così come eri, perchè la ventata di ossigeno con la quale mi avevi travolta era diventata per me come una droga. Non so e non saprò mai se la storia con te è stata decisa da un destino beffardo, ma sappi che ha suscitato in me un cambiamento interiore col quale ora dovrò fare i conti. Vorrei dirtelo guardandoti negli occhi con un velo di rimprovero e di rancore, ma so che che poi ti direi anche che ti ho voluto e ti vorrò per sempre tanto bene.
    Spero solo che col trascorrere del tempo il dolore e la delusione lascino in pace il mio cuore così, finalmente, potrò cullarmi tra i ricordi dei splendidi momenti che ho trascorso con te.
    Addio mio bel francesino.
    La tua bibliotecaria Marzia


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